mercoledì 29 febbraio 2012

29 febbraio 2012 - ...

... e rieccomi qui, dopo due giorni a casa: aveva proprio ragione la Fallaci, "essere donna è una scuola di sangue". E non dico altro per non essere cruenta.

Lunedì mattina, quanto meno, sono riuscita ad andare all'appuntamento con la terapista. Ero partita abbastanza carica, tranquilla... e sono finita in un mare di lacrime e dolore, partendo dal momento in cui ha cominciato ad esaminare il Diario Alimentare. Ancora non riesco ad affrontarlo.
Quindi abbiamo proseguito con l'ABC, e lì è venuto fuori il peggio.

Sapete, un contro è scrivere "Mi sento sola". Un altro è DIRLO, fuori dai denti. Lo rende reale.
Nel cercare di riordinare i pensieri, mi è tornato alla mente uno degli episodi più brutti della mia esistenza.
Avevo credo sui vent'anni, la mia migliore amica si era fidanzata e, logicamente, gli amici vengono messi un po' da parte.
Capitava spesso che, all'ultimo, disdicesse un appuntamento con me per uscire col fidanzato. Ed io mandavo giù. E rimanevo sola in casa.
Il top è stato un sabato in cui, presa da vai a capire che cosa, da castano ho deciso di passare al biondo platino.
Arriva il pomeriggio, dovevo uscire con la mia amica e non stavo più nella pelle dall voglia di farmi un giro, due chiacchere e mostrare il nuovo colore.... ma ecco l'sms "Scusa non posso".
Ricordo di essere rimasta impietrita. Il nodo il gola non andava nè sù nè giù. Mi soffocava.
Rimasi seduta sulla sedia a sdraio sul balcone, a guardare nel vuoto, per non so quanto tempo.
Finché non arriva mia mamma e mi dice: "Ma non dovevi uscire con ...?"
In qualche modo le ho risposto "Non può più."
E nella sua piena sincerità, lei mi disse "Di nuovo??"
Già, di nuovo. La colpa era mia?
Insomma, tristezza della tristezza... la ragazza di vent'anni, nel pieno della sua vita... quel pomeriggio è uscita con la propria madre. L'unica amica che aveva. E con cui non poteva parlare di iò che aveva dentro.

Ok, adesso ho un nodo alla gola talmente grosso da fare fisicamente male. Ma almeno l'ho raccontato. Non lo avevo mai fatto.

Sta di fatto che, lunedì mattina, con questo episodio nella testa che vorticava, alla domanda della doc "Perché non ha provato ad uscire, quando suo marito le ha chiesto di andare con lui dai suoi amici, per suonare?"
Perché non li conosco. Perché non so che cosa dire, di cosa parlare, dove quardare, dove mettere le braccia e le mani... PERCHE' NON VOGLIO PRENDERE UN ALTRO CALCIO IN CULO.

Ecco, l'ho detto.

Quindi, mi sono alzata. La doc mi dice ci torniamo la prossima volta, e sono libera di uscire dalla stanza.

Ma non sono ancora uscita da me stessa.

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