lunedì 18 aprile 2016

e niente, oggi è così. un post dietro l'altro, intervallati da brani di vita reale come il lavoro.

sono un poco più tranquilla. poco.

forse due ore che sono out dal 99% di quel che frequentavo prima, e mi sento come fumo.

basterà un soffio e sparirò dal  ricordo di chi mi dice io sono qui. ma sarà ancora per colpa mia, perché dire a chiare lettere "io esisto, ricordatevi di me" ha un prezzo alto. Forse troppo.

allora sto digitando qui, perché sappiate che ci sono, ma resto nascosta.

Vi metto infantilmente alla prova, per poter dire alla fine "Visto? Visto? Mi avete dimenticato".

e l'ho sempre fatto eh, non è una novità.

in realtà, non riesco veramente a capire quale sia l'ingranaggio nella mia testa difettoso o addirittura mancante che mi fa pensare e comportare in un determinato modo, dalla vita sociale al cibo.

Non lo so.

Il dolore. Arriva ad ondate e si scatena da episodi assurdi. Un esempio idiota?

Lo shopping. L'ultima volta che mi sono detta "devo prendere un paio di pantaloni" il film partito era la versione nostrana di Sex & the city. Poi... puff, puff, la realtà: chi cazzo chiamo per andare a fare shopping? non conosco nessuno che abbia tempo e voglia, e soprattutto davanti a cui non mi devo vergognare se non posso spendere vagonate.

ancora più squallido è quando mi annoio mentre guido e penso che potrei telefonare a qualcuno per fare due chiacchiere... puff puff: le opzioni sono mamma e marito. fine.

ed è quando prendo coscienza della mia solitudine, del mio essere sola in mezzo a tanti che arriva la zampata di dolore.

e ieri... beh, ho deciso di aumentare la dose di dolore. tanto le cose non cambiano.

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