giovedì 30 dicembre 2010

Regali handmade

In tutto questo, dimenticavo di raccontare una parte molto tenera del mio Natale... i miei nipotini Irene e Niccolò! Lei è una piccola Amelia-la-strega-che-ammalia, ci vuole molto tempo per conquistarla e ha una linguetta niente male (il sangue non mente), mente lui è un patonzo tutto guance che, se fingi di piangere, ti viene vicino e ti dà un suo giocattolo o ti fa una carezzina sulla guancia... cose da sciogliersi come un ghiacciolo a Ferragosto.
Se avessi la matematica certezza che un eventuale pargolo mi verrebbe fuori uguale a uno dei due, butterei a mare tutte le mie remore (i soldi, la paura di essere un pessimo genitore - io, Manu se la caverebbe alla grande) ci proverei subito.
Sta di fatto che per loro, come regali natalizio, avevo predisposto due sciarpette: la Nicobaktus e la Nenikarius. Naturalmente mi rendo conto che due bambini di un anno e mezzo e di 3 non se ne fanno una cippa di una sciarpa, ma ci tenevo che avessero qualcosa fatto a mano dalla zia (e che mi avrebbe permesso di esercitarmi un po' con i ferri circolari).
Il 26 dicembre andiamo a pranzo da mia cugina, e lì i nipotini spacchettano il regalo. bello, bello, fin qui tutto bene, e mia cugina me ne chiede una per sè - Evviva! magari verde, in lana merinos, con i bordi bianchi... oddio sto divagando!
Comunque, vuoi che io non mi sia portata dietro i ferri per lo sferruzzo? Certo che sì! E così mi ritrovo seduta sul divano (mio cognato mha pronunciato più volte il nome Abelarda, l'ho sentito benissimo), mentre la Suocera di mia cugina mi guarda e mi dice: "Ma lavora a maglia anche oggi?" Certo perché no? E' festa ed ho tutto il tempo del mondo.
Ma qui viene la parte bella: la mia nipotina sparisce... e torna 30 secondi dopo con in mano le mie sciarpette, per far vedere alla nonna quanto sono belle!!!
Questa, signori, è la gioia del Natale, e non venitemi a dire di no!

Mi piace!

Credo che mi rappresenti al meglio!

lunedì 27 dicembre 2010

Sorrido

Sto sorridendo perché ho visto che Nadia, la mia insegnante di recitazione, era on line. Era tanto che non la sentivo, non sapevo se le andava di parlarmi ma le ho augurato buon Natale lo stesso. Lei tranquillissima e tanto cara, come niente fosse, mi ringrazia e ci invita in sede per il Capodanno.
Mi mancano, lei e tutti gli altri.
Mi manca l'ambiente, il cameratismo, i pettegolezzi, la fatica e il sudore di mesi per due ore di spettacolo, che però ti lasciano anni di soddisfazione.
Sorrido perché ho toccato il fondo, ma ora sto risalendo.
Ed ora provo a chiamare Elisa.

E anche quest'anno...

...abbiamo sfangato via il Natale. E' una festa che non mi fa impazzire, probabilmente (e qui entriamo nella psicologia da 4 soldi) l'ho vissuta male da piccina (vedi sempre padre-psicopatico) e così è rimasta.
La trovo una festa che riempie di troppe aspettative regolarmente deluse, di regali che non arrivano da cuore ma che sono falsi come Giuda, o che comunque non sono stati scelti con cognizioen di causa ma solo "prendo-questo-così-sono-a-posto". 
Devo dire che negli ultimi anni è molto migliorata, soprattutto dalla prima volta che ho visto come festeggia la famiglia di mio marito. Mi pare fosse il Natale 2005 e lui mi porta a salutare tutto il parentado nella cascina dove hanno abitato fin da piccoli e che hanno dovuto abbandonare perché stava diventando ingstibile a livello di manutenzione. Insomma, entro e trovo questo mare di gente tutta imparentata fra loro che mangia, beve e fa casino... insomma, festeggia. Molto diverso da casa mia, senza nulla togliere a mia mamma, dove alla fin fine si era sempre noi tre, gli stessi degli altri giorni.
A mio marito non va molto giù questa mia natura da Grinch, lui che addobberebbe persino il water con le palline di Natale. E' partito alla carica il primo anno (2006) con alberlo, palline, lucine e cazzi e mazzi... per arrivare al 2010 con solo l'ornamento sulla porta (ho ceduto io sull'attaccare il poster della Birra Guinness, pareva di entrare in una casa di ubriaconi).
A mia discolpa posso dire che l'albero natalizio in casa nostra, con due gatti e un cane labrador, faceva una ben misera fine: perennemente a terra, palline cadute che rotolano ovunque, rami piegati dal dolce peso del culone di Fonzie... inzomma, uno strazio.
Quest'anno, invece, che temevo come la peste per il mio tracollo mentale (mi sono accorta che sorrido meno di 5 volte al giorno, pietoso) è andata molto bene: ho mangiato, bevuto (Manu di più), sferruzzato (quei benedetti scaldamano non accennano a proseguire)... dai... Feliz Navidad!

giovedì 23 dicembre 2010

Variazione sul tema

Giusto per cambiare un po' la rotta di questo blog, ho un paio di notizie positive: prima fra tutte mio fratello si è laureato con un bel 107 tondo tondo... l'unica pecca (enorme, per altro) è che per disinformazione e disorganizzazione ci siamo perse la sua discussione: una cosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca, ma solo perché avrei voluto che avesse il sostegno della famiglia. Ma mio fratello ha le spalle ampie e ce l'ha fatta alla grande.
La sera lo abbiamo festeggiato mangiando in un ristorante spagnolo (grazie amore mio, non conoscevo i famosi cervi spagnoli) e brindando all'anima nera di mio padre (senza la sua dipartita non avremmo preso i soldi che son serviti a me per dare l'anticipo per la casa ed a mio fratello per pagare l'università: thanks a lot, Piero!)
La seconda cosa è che è arrivato il mio gomitolo di lana Joy, così finalmente posso farmi lo scaldacollo abbinato al baschetto! Tutto nasce dall'acquisto del mio regalo di Natale, i ferri circolari Nova Metal della Knit Pro presi da Unfilodi (questi sotto, per intenderci).

Vuoi non entrare nella knit-house e non innamorarti di quella marea di gomitoli che ti guardano? No! Morale della favola compro anche un paio di gomitoli di lana Joy della Filtes, di un bel colore viola.bianco-rosa, molto caramella-alla-fragola-che-fa-a-pugni-con-le-borchie. Mi ci faccio un bel baschetto e penso: "Quasi quasi me ne compro un'altro gomitolo e mi ci faccio uno scaldacollo da abbinare, sai che figata?". Alché sabato mi appropinquo alla Botteguccia, da Elena, che mi dice che come colore non lo fanno più...ma si offre comunque di controllare, senza darmi speranze. Invece... sorpresa sorpresa! Mi arriva un SMS che mi dice "Ecco il miracolo di Natale, ho trovato il gomitolo!"
Insomma, soddisfazioni da tutte le parti!

mercoledì 15 dicembre 2010

Indossare la propria creazione

Questa è la parte più divertente: esibire una sciarpa fantastica che rivela il tuo stile. Altre volte invece è difficile indossare qualcosa che ti sembra imperfetto o che non è riuscito come volevi. Ma indossalo comunque, in omaggio alla tua fatica e al tuo talento. E alla tua passione. Ogni maglierista lavora con passione, anche se è una principiante, rossa in faccia per la frustrazione. Altrimenti, perché lo faremmo? Specie in un mondo che sembra non aver alcun bisogno di cose fatte a mano. Ma è proprio questo il momento in cui ce n'è più bisogno, invece. Non importa se il risultato non è quello che avevamo previsto. Ogni momento è un passo avanti, ogni punto ci avvicina al traguardo. Può andare peggio, ma potrà sempre andare meglio. Quando indossi qualcosa che hai fatto con le tue mani ti circondi di amore, e di tutto l'amore che ti ha preceduto. Perché il vero traguardo è essere fieri di ciò che si fa. Io lo sono.

Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

venerdì 10 dicembre 2010

Ricucire insieme tutti i pezzi

E' sempre facile lavorare un pullover a sezioni: il davanti, il dietro, le maniche. Il vantaggio è che se una parte ti dà del filo da torcere, la puoi lasciar perdere e andare avanti con un'altra. Questo non vuol dire rinunciare, ma essere furbe. Lavorare un po' alla volta finché tutti i pezzi sono pronti. Poi si uniscono insieme con un ago da lana e un filo sottile dello stesso colore del capo, prendendo una maglia sì e una no (ricorda: se un lato è più lungo dell'altro, cuci comunque un punto sì e uno no. La lana è molto flessibile ed è facile far combaciare tutto. Credimi). Stirare le parti, o metterle in forma, è sempre una buona idea: stendile su una tavola e stirale al vapore, perché prendano un aspetto regolare e liscio. A volte fa piacere restare per un po' a guardare le cose, mantenerle nuove e perfette il più possibile.

Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

giovedì 9 dicembre 2010

Ch-ch-ch-change!

Uff, è un po' che non scrivo niente di mio e ci sono un po' di ragnatele... direi che dopo aver fatto pulizie in ufficio, e aver pensato intensamente a quelle che devo fare a casa (ci sono rotoli di pelo che attraversano il soggiorno, sembra lo scenario adatto per un film western), posso dedicarmi a me stessa e al mio caro blog, spolverandolo un po'.


Sono un pochino stanca di me stessa e ho voglia di cambiare un po'. Non tanto, è inutile che io pensi ad enormi cambiamenti, mi scoraggerei subito e mollerei il colpo. Voglio cominciare da piccole cose, tipo tornare a casa dall'ufficio e fare qualcosa di costruttivo, invece di sedermi al tavolo di cucina ed ingollare cibo fino all'ora di cena.  A questo proposito ieri sera ho guardato in faccia Manu, ho schiacciato il mio orgoglio sotto i piedini ed ho ammesso che ultimamente ho una passione sfrenata per riso bianco, brodini e pastine in generale: pertanto, se anche a lui andavano bene come alimenti standard, avrei abolito i pasti pantagruelici che cucino di solito. Ha saltellato di gioia, dicendo che andava benissimo (lui opta per tonno in scatola, mozzarella e wurstel). Ok, allora, andata per non cucinare più e occupare il tempo in maniera più proficua (vedi lavorare a maglia).


In secondo luogo voglio fare un po' di pulizia in casa. Non solo pulizie normali, ma anche pulizia "ornamentale". Basta soprammobili odiosi e polverosi, che tengo solo per far piacere a chi me li ha regalati. Basta cose vecchie, usate e strausate. Basta con gli abiti che non metto ma che tengo perché potrebbero venir buoni in una occasione su cento. Voglio circondarmi di cose che mi piacciono e che mi fanno stare bene. Direi che la soluzione da applicare sarà quella di fare una lista di cose che vorrei in casa (mobili e soprammobili) e che vorrei fare alla casa, pian piano metto via i soldini e provvederò.


Poi, che cosa... non so... beh, mi piacerebbe rimediare alla mia durezza di cuore. Ultimamente mi rendo conto di essere schiva, aggressiva, fredda e lontana. Tratto male o con indifferenza persone che mi vogliono bene (vedi cognati, suoceri, genitori, amici, marito) senza una ragione apparente. Il mio terrore è che l'ultima volta che ho percorso questa strada non è finita bene, e non ho voglia di ripetere i miei errori. Ma stavolta voglio lottare fino in fondo, col cazzo che cado col culo a terra. A costo di rompermi le ossa sto in piedi e vado avanti, e chi vivrà vedrà.


Dopo questa nota di finezza, ma che esprime ottimamente ciò che mi frulla per la testa, mi sento un po' più leggera e corazzata per andare avanti nella giornata.

Chiudere le maglie

Non si può tenere un lavoro sui ferri per sempre; prima o poi deve andare per la sua strada e sopravvivere. Il trucco è accavallare le maglie l'una sull'altra in modo da poterle togliere dal ferro senza disfare tutto.

Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

venerdì 3 dicembre 2010

Ricominciare da capo

Ogni maglierista ha un lavoro incompiuto, una borsa piena di frammenti iniziati e mai finiti. Perché? E' cambiata la moda, oppure la stagione? Se fosse così, basterebbe disfare tutto e usare il filato per qualcos'altro. Invece no, c'è una segreta speranza che ti fa aspettare, sognare che un giorno sistemerai tutto, tornerai a riprendere quel lavoro e tutto andrà per il lmeglio. Che stavolta i pezzi combaceranno. L'errore è aspettare di sentirsi rinnovate prima di fare un altro tentativo. L'unica cosa da fare, invece, è riprendere i ferri e continuare.

Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

giovedì 2 dicembre 2010

lunedì 29 novembre 2010

Destreggiarsi con punti complicati

Vedere un fantasia che prende forma è entusiasmante: lavorare un ferro dopo l'altro senza nemmeno guardarsi le mani, passare dal diritto-e-rovescio alle trecce, ai trafori e al jacquard (non c'è niente al mondo che valga la prima losanga!). La perseveranza ripaga. Ma tu non sederti sugli allori, non fermarti alle solite mosse: impara nuovi punti e mettiti continuamente alla prova.


Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

martedì 23 novembre 2010

Diritto e rovescio

Sono i punti fondamentali, la base di ogni lavoro a maglia. Il diritto è dato da una serie di occhielli verticali piatti, che formano un tessuto, e il rovescio è il suo contrario. Un lato è liscio, l'altro ondulato. Il diritto è quello che mostri al mondo; il rovescio è il lato morbido e panciuto che tieni sulla pelle.


Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

lunedì 22 novembre 2010

Il Campione

Proprio come si fa da piccole per imparare a camminare, prima di avventurarsi con un lavoro a maglia bisogna fare qualche prova. Perciò lavora qualche ferro e confrontalo con lo schema. Verifica che tutto corrisponda (altrimenti difficilmente riuscirai a indossare il capo finito!), poi passa agli aggiustamenti. Troppo stretto? Prendi ferri più grandi. Forse dovrai fare una seconda prova prima di cominciare. Ricorda inoltre che la "mano" può cambiare con l'esperienza. Il mistero è che due persone con gli stessi ferri e lo sesso filato ottengono punti diversi per dimensioni e tensione del filo; la magia è che, nonostante le differenze, entrambe riescano a creare qualcosa di magnifico..

Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

S & B & M(e)

...non ci credo. Non ci credo neanche se mi pagano. Eppure sì, sono io. Proprio lì, nell'angolo con i ferri in mano a chiaccherare. Ho rotto il vetro che mi separa dal mondo, e mi ci sono catapultata dentro. Non è stato mica facile, eh! Sono arrivata con troppo anticipo, e mi è venuto in mente solo dopo che non conoscevo un viso che sia stato uno... avrei dovuto forse tenere un ferro da calza in bocca, a mo' di ballerino di flamenco, per farmi riconoscere?

Avevo già i lacrimoni che mi bruciavano gli occhi, ero già pronta a chiamare Manu e dirgli "Ho sbagliato, ho fatto una cazzata, non sono pronta, vienimi a prendere". Mi sentivo gli sguardi della gente addosso, io ferma immobile al centro della Triennale, per mezz'ora, ad aspettare qualcuno che non sai chi sarà.

Poi, appare una ragazza con una vecchissima borsa da ferri, che si guarda in giro. La seguo con lo sguardo, ormai disperata. Lei mi guarda. Fa un gesto con le mani, accompagnato da "Sei qui per..." Sì!!! Sììì!!! Ci sediamo, e poi ne arrivano altre, e altre ancora... E si comincia a chiaccherare, a sferruzzare... Oddio, a onor del vero sferruzzare pocoeuncazzo, è già tanto se ho fatto una decina di ferri. Machissenefrega, va bene così!

E' che per me non è semplice incontrare persone nuove. E' un terrore, un'ansia che mi sale da dentro e che a momenti non fa respirare, e non serve dirsi "Ma mica ti mangiano, stai tranquilla, si aspettano sempre persone nuove!" Eppure è andata, ce l'ho fatta, mi sono seduta, ho sferruzzato e fatto due chiacchere (l'argomento Ikea aiuta), bevuto una Coca, conosciuto un po' di persone simpatiche, visto parecchi giornali molto fighi e poi son tornata a casa, soddisfatta di me stessa.

mercoledì 17 novembre 2010

L'avvio delle maglie

L'unico modo per iniziare è prendere il filo tra le dita e arrotolarlo. Buttarsi, insomma, come nella vita. Naturalmente non ci sono due inizi uguali: esistono decine di modi per avviare le maglie, a seconda delle capacità e del modello, oppure ci si può affidare a un unico metodo di provata efficacia. La mia opinione? A volte quello che funziona per un capo non funziona per un altro. Bisogna provare. Non ci sono alternative. Allora, formiamo un anello, avvolgiamo più volte il filo su primo ferro, poi inseriamo il secondo ferro sotto il filo e otteniamo la prima maglia. L'avvio è un atto di fede quanto di tecnica.

Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

lunedì 15 novembre 2010

La preparazione

La scelta del filato dispiega un mondo di possibilità: onde di fili e colori diverso ti tentano con immagini di maglioni e cappellini (e con l'eco dei complimenti che speri di ricevere), ma non dicono nulla di quanto lavoro ci vorrà. Sono la pazienza e l'attenzione ai dettagli o fare la differenza. E la determinazione. I lavori più difficili sono i più stimolanti, ma all'inizio conviene non avventurarsi con modelli troppo al di sopra delle tue capacità. Scegli sempre il migliori filato che ti puoi permettere e i ferri con cui le tue mani si trovano meglio; io, per esempio, uso sempre quelli di bambù. Ancora adesso mi sembra impossibile che mettendo insieme un gruppo di oggetti così diversi (il filato soffice, i ferri appuntiti, lo schema, l'uncinetto per le rifiniture, e l'insondabile mix di creatività, umanità e immaginazione) si possa produrre qualcosa che conserverà per sempre un pezzetto della propria anima. Ma è proprio così.

Kate Jacobs - Le amiche del venerdì sera

Revenge's shawl

Uffi, mia zia me l'ha mandata! Ero praticamente arrivata a metà con lo scialle SoFfice quando... lo guardo bene e vedo una marea di errori! Indecisa vado avanti con qualche ferro e poi mi chedo: "Voglio qualcosa, per me, di meno che perfetto?" No! Ho smontato tutto, ho messo via la lana grigia e ho iniziato una baktus rossa, per me, co i ferri circolari che in ogni caso volevo imparare a usare.

Ma non mi arrendo, nossignore. Questo è quello che penso ora, adesso... e chi lo sa che più tardi non vada a casa, smonti quei pochi ferri che ho fatto e non ricominci con il mio Scialle della Vendetta. Perché tutto può essere!

venerdì 12 novembre 2010

Repeat

Il mio iniziale proposito di creare un blog "tecnico", cioè scrivere solo post legati al cibo (ricette) e maglia (progetti), è andato allegramente a farsi benedire.  E il fatto che io adesso lo stia scrivendo, e in qualche modo mi stia giustificando, è un controsenso. Il fatto è che, alla fin fine, non concepisco che siano cose slegate.


Per me il cibo non è una sterile ricetta da preparare per nutrire il corpo, ma un tocco balsamico per la vita, per l'anima. Che poi il mio rapporto con il cibo sia fuori dalla grazia di Dio e degli uomini (vedi post precedente) non v'è ombra di dubbio, ma a me va bene così e se mai vedremo più in là.

giovedì 11 novembre 2010

Patatine ossessivo-compulsive

...ok, questa è una confessione in piena regola. Sarò strana, ma io una volta che sono arrivata a casa la prima cosa che faccio è mangiare patatine. Ed è mica così semplice come sembra! Innanzitutto non devono essere patatine a casaccio ma espressamente i croccantini al formaggio dell'Eurospin (posso al massimo tollerare le patatine alle arachidi della Lidl, ma solo in casi estremi dicrisi patatifera).



In secondo luogo devo avere un romanzo aperto davanti, la tv accesa e soprattutto la mia dolce metà non deve essere in casa (una piccola parte di me si vergogna, ma prima o poi si darà una regolata).

Quello che mi fa ridere, invece, sono i TF americani dove le protagoniste, o i protagonisti, arrivati a casa si tolgono le loro preziose scarpe firmate, pagate millemila dollari, e bevono un bicchiere di vino pregiato da calici di cristallo, e chi più ne ha più ne metta.

Maccazzo, son solo io a non avere calici in cristallo ma i bicchieri gentilmente offerti dalla nonna Santa, ottenuti con i punti del prosciutto Ferrarini di cui il nonno si ingozzava come un tacchino? Oppure i classici bicchieri della Nutella?

Com'è come non è, sarei curiosa di sapere se qualcun'altro ha stranezze simili!

mercoledì 10 novembre 2010

Caldocolloelegance

Devo dire (ma lo faccio piano piano, sottovoce) che sono diventata più brava e più veloce a knittare, e mi da sempre più soddisfazione. Certo, mi piacerebbe acquisire ancora un po' più di esperienza e cominciare a fare anche qualche cosina di abbigliamento un po' più sostanziosa... ma diamo tempo al tempo, arriverà anche quello.

Mi sento il cuore caldo perché ho finito il mio primo collo, e quando ho pubblicato le foto su ravelry ho ricevuto complimenti, tanti, e questo mi fa sentire bene, mi fa sentire apprezzata. E' vero, non c'è una voce, non c'è un tocco, non c'è uno sguardo... ma mi va bene così, sono un po' timida e fosse successo vis a vis sarei scappata a gambe levate.

Ma datemi tempo... sarò l'anima della festa!

martedì 9 novembre 2010

Strange days...

... proprio strani... è un periodo dove qualunque cosa mi può farmi saltarer i nervi, qualunque cosa può farmi ridere fino alle lacrime e qualunque cosa può lasciarmi indifferente. Magari è solo questo tempo uggioso, che mi fa stare così, ma avrei tanta voglia di correre. Mollare tutto, tutti, e correre via, veloce e lontano quanto le mie gambe possono reggere, fino a restare senza fiato.

Troppi "Dovrei ma non voglio" e troppi "Vorrei ma non posso", troppi desideri da nascondere in soffitta per non averli sott'occhio e starci male, troppe cose che alla mia età vorrei aver già fatto e che invece sono rimaste al palo.

Alors on mange!

Che post malinconico, ma stavolta va così e non si può far niente!

lunedì 8 novembre 2010

One of us

...anche lei è una di noi...




[caption id="attachment_72" align="aligncenter" width="234" caption="One of us"][/caption]

...cmq non sono morta, ho avuto un po' da fare e poca voglia di scrivere. Ho finito la sciarpa per mio fratello, ho fatto un collo per me e stasera inizio uno scialle, ancora per me... ah, che vita!!

venerdì 22 ottobre 2010

Teoria

...la mia teoria pare si stia dimostrando corretta, a seconda del programma televisivo che "ascolto" (guardare mi sarebbe per ora assolutamete impossibile, non sono ancora così brava da lavorare senza guardarmi le mani) il lavoro procede. Ieri sera, per esempio, mi sono decisa  ad andare avanti con LA SCIARPA - ha ottenuto il diritto di essere descritta tutta maiuscolo - e ne ho fatti almeno 15 cm, con sottofondo di repliche di Romanzo Criminale ed in fianco l'ultimo libro preso in biblioteca: Maglia il manuale completo. Devo dire che tra tutti i libri che sto utilizzando per imparare questo è il più bellino che ho trovato, anche perché non ho qualcuno che mi guidi e che mi insegni, quindi mi devo arrangiare.

Sta di fatto che miglioro di giorno in giorno (tolti i momento in cui bestemmio perché mi sono caduti i punti dai ferri o il cane mi sta mangiando il gomitolo).

Parlando invece di cose importanti, una collega lanista ha promosso un'iniziativa (vedi bannerino a lato) legata alla Lotta contro il Cancro, Invito chiunque sia interessato ad andare a guardare... ma intanto, la prima opera è stata questa:


Che ne dite??

venerdì 15 ottobre 2010

Coste 1/1

It's not possible... E' da due giorni che tento di fare una semplicissima sciarpa per mio fratello a coste 1/1:  monto i punti, ne knitto 10 cm, regolarmente perdo qualche punto senza riuscire a recuperarlo e alla fine smonto tutto, dicendomi che domani andrà meglio. Sto dando la colpa a tutto: la lana troppo sottile, i ferri, il gatto, mio marito, il programma in tv che non mi aggrada... Stasera ci riprovo, così vediamo chi la spunta, se io o la Corallina della Ornaghi!

Sta di fatto che poi, dubbio amletico, non so cosa fare da mangiare stasera: secondo il mio schema stasera sarebbe di turno una crema, una zuppa o una minestra, e sono indecisa su quale preparare. Mi piacerebbe molto preparare la Zuppa di patate e salmone, ma mi convine poco l'idea del brodo di pesce. E non credo che l'Eurospin abbia lo yogurt greco. Mi sa che la preparo lo stesso ma uso il brodo di dado e lo yogurt bianco normale, e ComeVieneViene.

Fra l'altro non vedo l'ora di preparare (e mangiare) i Pepparkakor (che comportano andare all'Ikea a prendere le formine per biscotti) e, se i programmi del Week end tengono, la crostata con la Nutella (mmmhhh, Nutella....).

Vabbè, vedremo... del resto è VENERDI!!!!!

giovedì 14 ottobre 2010

Ecchime ecchime ecchime!!

Non ero morta, solo in preda alla mania lanifera che mi porta a passare 8/9 ore su Raverly  alla ricerca di progetti, e poi la sera naturalmente a farli!!!

Ho finito e regalato a mio fratello, per il suo compleanno, la mia primissima sciarpa finita, la Baktus (da me definita Quasi Baktus, in quanto ho cambiato il progetto aggiungendo un bel rettangolone centrale).

Ho finito e devo regalare a mia mamma la famosissima Sciarpa Incrociata (che mi è venuta veramente bene, devo dire) ed ora sono alle prese conuna sciarpa a semplici coste 1/1. In realtà, avendo avanzato un gomitolo della stessa lana, volevo aggiungere anche un berrettino. Per altro non vedevo l'ora, volendo provare ad utilizzare i ferri circolari. Ebbene, i miei ferri circolari fanno veramente schifo! Rimangono arrotolati come serpenti... Indi per cui, a cena, davanti ad un bel pollo e gamberetty al curry, ho cercato di sedurre mio marito per farmi regalari dei ferri circolari decenti, magari quelli visto su Unfilodi... Vabbè, meno male che tra un po' arriva Natale!

Naturalmente non trascuro l'altra mia passioncina... la cucina!!! Sabato scorso mi sono lanciata nella preparazione dei Pretzel dolci, una ricetta che ho preso qui, veramente ottimi e adatti ai mangioni come me e la mia famiglia. Se provate a farli, fatemi sapere come vi sono venuti!

L'altra ricetta che ho provato è la Jambalaya, un piatto a base di carne varia, riso, pomodoro e peperoni. Era la prima volta che provavo a prepararla e mi è venuta ottima. L'abbiamo fatta fuori tutta, la mia dolce metà ed io... che porcellini! Siami scusati per il fatto che si trattava di un piatto unico, che vi consiglio di provare per sperimentare qualcosa di diverso!

giovedì 30 settembre 2010

Basketweave scarf

Ho iniziato la mia seconda sciarpa: la prima l'ho uccisa prima di finirla, e questa nasce proprio dalle ceneri della pira funebre.

Vi posto il link del progetto che a vederlo così è molto semplice, si tratta solo di Dritto e Rovescio (gli unici due punti che so fare per ora) Basketwave Scarf by Ann Budd

Fra l'altro oggi è il gran giorno, lana in offerta!!!

Pasta e fagioli

Rimanendo in tema di piatti invernali (o di Concerti di Capodanno con il botto) ecco una ricetta che in casa mia va forte... La pasta e fagioli!

Io uso 200 gr di fagioli borlotti secchi, del soffritto (quello già pronto va benissimo), 2 spicchi d'aglio, 100 gr di pancetta dolce, salvia, 100 gr di pasta (io uno sempre i ditalini rigati, ma a Rimini due anni fa l'ho mangiata con i maltagliati... una cosa divina!)

Si mettono a bagno i fagioli secchi per 12 ore in acqua calda, con aggiunta di un bel pugno di sale grosso. Quindi si cambia l'acqua e si lessano per un ora, un ora e mezza sempre in acqua salata. A parte prepariamo un trito di soffritto, aglio, pancetta e salvia (io passo il tutto nel mixer, ma se non vi va potete tritare tutto a mano, rimangono i pezzi più grossi) e lo fate passare in padella senza grassi aggiunti (c'è già il grasso della pancetta).

Una volta cotti i fagioli li passate assieme ad un litro circa del liquido di cottura, non buttando via quello che rimane ma mettendolo da parte (servirà come liquido per cuocere la pasta). Unite il soffritto di pancetta ai fagioli passati e fate andare ancora il tutto per 20 minuti circa; aggiungete la pasta cotta a parte e servite.

Si mangia sia calda che tiepida, e di solito riscuote un certo successo. Chi la prova mi faccia sapere, son curiosa di avere un'opinione!!

mercoledì 29 settembre 2010

Gomitoli in offerta

Ok, sarò buona e ve lo dico... ma se vado e non trovo più niente faccio una strage.

Da domani il Lidl mette in offerta una serie di cose fra cui gomitoli di lana, ferri da maglia e uncinetto, set per cucito e chi più ne ha più ne metta... io posto il link, magari a qualcuno interessa! Creto, non sarà di ottima qualità, ma per chi come me è alle primissime armi può essere vantaggioso per avere materia prima su cui imparare e fare errori.

http://www.lidl.it/it/home.nsf/pages/c.o.20100930.index

Crema di patate e porri

Della serie "meno male che sta arrivando l'inverno", da domenica ho inaugurato la serie dei piatti invernali, di quelli che ti scaldano lo stomaco!!

Stasera mi diletterò nella crema di patate e porri, ricetta tratta dal famosissimo ricettario "Scatola dei Ditalini Rigati della Barilla".

Si fanno saltare in padella 50 gr di sedano, 50 grammi di porri e 4 patate tagliate a dadi. Si aggiunge 1 lt di brodo e si fa andare il tutto per 20 minuti a fuoco vivo. Quindi passare al mixer, salare, pepare e aggiungere prezzemolo tritato a piacere. A scelta si può cuocere  la pastina nella zuppa oppure servire semplicemente con crostini.

A noi in casa piace, io ne mangerei a iosa (ma io mangerei a iosa qualunque cosa, non faccio testo).

Se il mio capo non arriva posto qualcos'altro, altrimenti alla prossima!

martedì 28 settembre 2010

Punto di partenza

Beh, da qualche parte dovrò pur iniziare...

L'idea di questo blog è qualche settimana che mi frulla in testa, ed avendo un po' di tempo a disposizione ho deciso di provare... Ora come ora le cose di cui ho voglia di parlare sono la cucina, il lavorare a maglia e i libri. Se mi viene in mente qualcos'altro vi avviso.

Non pretendo certo di insegnare qualcosa a qualcuno, voglio solo condividere un po' delle cose che faccio.

Ora vado a raccogliere un po' di idee da seminare, alla prossima!