lunedì 3 agosto 2015

Era tanto che non mi sentivo così.
Almeno dalle scuole medie: io, botolone di 70 chili, volutamente esclusa (l'unica) dalla festa di compleanno di una ragazza in classe con me (per inciso, le facevo anche i compiti). 
19 anni e 26 kg dopo, la sensazione è la stessa. 
E non so se stavolta sia stato fatto solo per errore. 
Lì per lì, dopo la scoperta, nelle orecchie mi rombava solo "No, tu no". Nient'altro.
Ed allora sono scappata. Da tutto e da tutti. Mi sono nascosta in cucina, mangiando qualunque cosa. 

Perché preferisco escludere piuttosto che essere esclusa. Fa male uguale eh, ma l'orgoglio sanguina meno.
La cosa che mi ha scaldato (e mi ha fatto sentire tantissimo in colpa) sono i millemila messaggi che mi chiedevano "ma tutto ok?"

Sì. No. Non è tutto ok.

Perché se la mia voce e le mie parole sembrano cemento armato, in realtà partono da un nucleo di cristallo sottile sottile.

E mi spiace che la mia vita abbia incrociato la vostra. Che la mia ombra sporchi il vostro sole.

Il punto è che mi faccio schifo. Ti senti ferita? Ignorali, passa ad altro.
Invece no, torno tipo cagnolino sempre lì, ad implorare un ciao, un vieni con noi (a prescindere che io non possa andare, poi)... insomma, qualcosa che mi faccia capire che senza la mia presenza non è lo stesso.
Ed invece no.

E non capisco cosa ci sia di tanto schifoso in me, di tanto brutto, di tanto... raccapricciante, ecco, che fa sì che la gente faccia largo intorno a me.

Non lo so.